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Nella gaia cornice del golfo napoletano, due scugnizzi innamorati, Totò e Salomè, con il loro numeroso gruppo di amici, conducono una vita senza problemi. Sempre a Napoli si trovano alcuni turisti americani fra cui il ricco vedovo Toby Gutter, sua figlia Gaby ed il suo segretario Chic che la corteggia senza successo.
Gli scugnizzi, con Salomè prima fra tutti, portano una ventata di allegria nella vita degli americani e mister Toby è felicissimo. Salomè è invitata a frequentare sempre più la sua casa e, dopo qualche tempo, Toby matura la decisione di sposare la “scugnizza” e di andare con lei in America.
La fanciulla rimane perplessa, ma sua zia vede in questa unione la possibilità di una buona sistemazione per sè e per la nipote. Chi invece non si dà pace è Totò, convinto ormai di aver perso Salomè.
Una sera, quando sono ormai state fissate le nozze fra Toby e Salomè, Totò si reca nella villa dell’americano per rivedere un’ultima volta la “scugnizza” ma, scambiato per un furfante, viene arrestato. L’innocenza dello scugnizzo viene presto dimostrata e Totò può correre dalla sua Salomè.
Toby capisce che nessuno potrà mai separare la fanciulla dalla sua città, dai suoi amici e dalle sue canzoni. Ritornerà in America tristemente con Gaby, che forse si era innamorata di Totò ma che non ha mai osato confessarglielo.
Informazioni:
regia Elena D’Angelo
direttore Sabina Concari
orchestra Grandi Spettacoli
coreografie Giada Bardelli
corpo di ballo FLEXPOINT
direzione artistica Gianni Versino
Cast:
Elena D’Angelo Salomè
Matteo Mazzoli Chic
Francesco Tuppo Totò
Merita Di Leo Gaby Gutter
Gianni Versino Toby Gutter
Maresa Pagura Zia Grazia
Diego Galtieri Gennarino
Carlo Randazzo Turista
Paola Scapolan Turista
Davide Capitanio Turista
Spettacolo:
domenica 20 gennaio 2019 | ore 15.30
Biglietti:
intero: 28 euro
ridotto: 25 euro
gruppi organizzati: 22 euro
ridotto under26: 15 euro
Nel Paese di San Wolfango, nel Salzkammergut, la bella ostessa Gioseffa, proprietaria dell’hotel “Al Cavallino bianco” accoglie come tutte le estati i suoi ospiti. Equivoci, scompigli lavorativi e amorosi caratterizzeranno la stagione estiva del Cavallino Bianco finchè l’arrivo dell’arciduca, durante la stagione della caccia, farà tornare la calma e la serenità.
Una curiosità: la sua musica, pur firmata generalmente da Ralph Benatzky, in realtà è dovuta a ben cinque compositori. Ed è questa particolarità che la rende così fresca, varia e gioiosa. Uno spettacolo che sembra un fuoco d’artificio, quadri di elegante spettacolarità e colpi di scena che portano all’immancabile “happy end” che vede coinvolti tutti: i simpatici personaggi del palcoscenico ed i felici spettatori in platea.
Informazioni:
regia e coreografie Serge Manguette
direttore Marcella Tessarin
corpo di ballo Arte Danza University
Orchestra Grandi Spettacoli
allestimento e costumi a cura di Elena D’Angelo
produzione Gruppo da Camera Caronte
Cast:
Gioseffa Vogelhuber Elena D’Angelo
Leopoldo Brandmayer Matteo Mazzoli
Avvocato Bellati Francesco Tuppo
Ottilia Merita Dileo
Zanetto Pesamenole Gianni Versino
Sigismondo Cogoli Serge Manguette
Claretta Hinzelmann Giada Bardelli
Professor Hinzelmann Carlo Randazzo
Guida Paola Scapolan
Nel ruolo dell’Arciduca Davide Capitanio
Spettacolo:
domenica 10 marzo 2019 | ore 15.30
Biglietti:
intero: 28 euro
ridotto: 25 euro
gruppi organizzati: 22 euro
ridotto under26: 15 euro
A partire dal 1890 la scena del melodramma vide una fase di straordinaria vitalità; l’inizio di questa fase può farsi coincidere con il successo improvviso dell’opera Cavalleria Rusticana di Mascagni. A seguire esordì una nuova generazione di compositori (Leoncavallo, Franchetti, Cilea, Mascagni, Giordano e lo stesso Puccini), tanto da spingere a coniare il termine “Giovine Scuola”.
Tale terminologia non voleva indicare un’apparteneza culturale o anagrafica comune, quanto piuttosto un radicale cambiamento improntato alla ricerca di nuovi moduli drammaturgici e musicali che inaugurò una nuova stagione creativa.
Per abbracciare questa richiesta di novità, anche grazie a soggetti di forte impatto emotivo, Puccini aveva manifestato l’intenzione di scrivere un’opera basata sul dramma in cinque atti di Victorien Sardou “La Tosca”.
Puccini assistette ad una rappresentazione de “La Tosca” nel 1889 a Milano, rimanendone profondamente colpito: vi riconobbe subito il soggetto perfetto per un’opera lirica.
L’editore Giulio Ricordi si attivò per avere i diritti dell’opera, ma sorsero alcuni problemi con Victorien Sardou che spinsero Puccini a rinunciare.
Una confessione di Giuseppe Verdi al suo biografo (“Vi sarebbe un dramma che, se io fossi ancora in carriera, musicherei con tutta l’anima, ed è Tosca”) spinse l’editore Ricordi a ritentare la strada di un accordo per i diritti del dramma, questa volta con esito positivo.
Il primo destinatario dell’incarico di comporre l’opera fu Alberto Franchetti, reduce dal recente successo del suo “Cristoforo Colombo” (1892). Pochi mesi dopo aver ottenuto l’incarico (fine 1893) Franchetti decise però di rinunciare all’opera. Fu così che gli subentrò Giacomo Puccini.
La Tosca di Puccini ottenne da subito un considerevole successo; il compositore riuscì così a scrollarsi definitivamente di dosso il cliché di “cantore delle piccole cose”.
Informazioni:
opera in tre atti di Giacomo Puccini
su libretto di G. Giacosa e L. Illica
Coro dell’Opera di Parma
Maestro del Coro Emiliano Esposito
Orchestra Sinfonica dei Cantieri d’Arte
Maestro Concertatore e Direttore Stefano Giaroli
regia Pierluigi Cassano
scene e Costumi: Arte Scenica – Reggio Emilia
coordinamento artistico: Carlotta Arata
coordinamento musicale: Antonio Braidi
maestro alle luci: Marco Ogliosi
capo squadra tecnica: Gabriele Sassi
segreteria di produzione: Elena Cattani
Spettacolo:
sabato 23 marzo 2019 | ore 20.30
Biglietti:
intero: 28 euro
ridotto: 25 euro
gruppi organizzati: 22 euro
ridotto under26: 15 euro
Il barbiere di Siviglia è un’opera in due atti di Gioachino Rossini su libretto di Cesare Sterbini tratto dalla commedia omonima di Beaumarchais.
Il titolo originale dell’opera era Almaviva, o sia l’inutile precauzione.
Prima di Rossini, Giovanni Paisiello aveva messo in scena il suo Barbiere di Siviglia nel 1782 (dieci anni prima della nascita di Rossini). Con quella stessa opera, Paisiello aveva riscosso uno dei maggiori successi della sua fortunata carriera.
Il precedente successo di Paisiello (uno dei maggiori rappresentanti dell’opera napoletana) faceva sembrare inammissibile che un compositore di ventitre anni – per quanto dotato – osasse sfidarlo.
Rossini in realtà non aveva nessuna responsabilità sulla scelta del soggetto. L’opera fu infatti scelta dall’impresario del teatro Argentina di Roma, il duca Francesco Sforza Cesarini. Questi voleva commissionare a Rossini un’opera per l’imminente carnevale.
A quei tempi qualsiasi rappresentazione doveva scontrarsi con le forbici della censura pontificia. Per andare sul sicuro, l’impresario propose come soggetto “Il barbiere di Siviglia”, che fu subito approvato dai censori pontifici.
La prima rappresentazione ebbe luogo il 20 febbraio 1816 al Teatro Argentina a Roma e terminò fra i fischi. Il clima generale era di totale boicottaggio, dovuto ai sostenitori della versione dell’opera di Paisiello, favorito anche dall’improvvisa morte dell’impresario del Teatro Argentina.
Già dalla seconda recita, il pubblico acclamò l’opera di Rossini, portandola ad oscurare la precedente versione di Paisiello e diventando una delle opere più rappresentate al mondo.
Informazioni:
libretto di Cesare Sterbini,
musica di Gioacchino Rossini
Coro Dell’opera Di Parma
Maestro Del Coro Emiliano Esposito
Orchestra Sinfonica Delle Terre Verdiane
Maestro Concertatore e Direttore Stefano Giaroli
Regia Pierluigi Cassano
Scene e Costumi: Arte Scenica – Reggio Emilia
organizzazione: Fantasia In Re
coordinamento artistico: Carlotta Arata
coordinamento musicale: Antonio Braidi
maestro alle luci: Marco Ogliosi
capo squadra macchinisti: Gabriele Sassi
Spettacolo:
sabato 16 febbraio 2019 | ore 20.30
Biglietti:
intero: 28 euro
ridotto: 25 euro
gruppi organizzati: 22 euro
ridotto under26: 15 euro
Giovedì 11 aprile presso il Teatro Giuditta Pasta di Saronno, debutterà in anteprima nazionale lo spettacolo teatrale Hamburger, di Stefano Chiodaroli, Lucia Rossetti e Gloria Anselmi, da un’idea di Franco Forte.
Protagonisti del dramma tratteggiato da una comicità implacabile e nera, saranno Stefano Chiodaroli, il noto volto di Zelig e della fiction Belli dentro, e la magnetica Gloria Anselmi, bella e brava nel ruolo di coprotagonista esile e dannata, impegnata nel compito di fare da contrappunto alla possenza di Chiodaroli.
Lo spettacolo, nato da un’idea dello scrittore, sceneggiatore e giornalista Franco Forte, mette in scena la vicenda di un uomo e di una donna che vivono ai margini di una strada come tante.
Un uomo, sul suo furgone da “paninaro” serve da bere e da mangiare al popolo della notte.
Nessuno sa quale sia il suo nome, chi lo conosce, lo chiama semplicemente Hamburger.
Il buio della metropoli è popolato di malvagità, e Hamburger ne esplora la profondità affrontando a viso scoperto i mostri che la abitano.
Solo l’incontro con le improbabili storie di Gloria apre un varco nella sua durezza.
Ma possono gli uomini sfuggire al proprio destino?
In un dramma ambientato nella città di Milano, Stefano Chiodaroli trasforma le armi del comico in lama lancinante e tagliente.
Al suo fianco, Gloria Anselmi illumina di luce livida una vicenda dai toni forti e struggenti.
Il testo è stato scritto a sei mani dagli stessi protagonisti e da Lucia Rossetti, drammaturga e autrice televisiva, che cura anche la regia, con la supervisione di Donato Pisani, altro nome illustre in ambiente autorale e registico.
SCULTURE DI MARCO LODOLA
Completa il lavoro di squadra una scultura di luce di Marco Lodola, artista tra i fondatori del movimento del Nuovo Futurismo degli anni ’80, teorizzato dal critico Renato Barilli. Dall’esperienza futurista, Lodola, mutua l’uso appassionato del colore e l’energia dirompente della luce.
Le sue figure in plexiglass sono state esposte a Roma, Milano, Firenze, Bologna, Lione, Vienna, Madrid, Barcellona, Parigi e Amsterdam. Nel 1994 è uno dei primi artisti europei ad esporre su invito della Repubblica Cinese nei locali degli ex archivi della città imperiale di Pechino.
Nel 1996 espone negli Stati Uniti a Miami e a New York. Partecipa alla XII Quadriennale di Roma e alla VI Biennale della Scultura di Montecarlo. Importanti anche le collaborazioni con importanti industrie, da Swatch a Coca Cola, Harley Davidson, Ducati, Riva e Illy.
Lodola è noto anche al grande pubblico per le sue collaborazioni con protagonisti della cultura e dello spettacolo, con scrittori come Aldo Busi e Marco Lodoli e con alcuni tra i personaggi più popolari della musica italiana, i Timoria, gli 883 di Max Pezzali, Jovanotti, Negramaro e molti altri.
Ha realizzato le scenografie teatrali di spettacoli teatrali e opere liriche, oltre a sculture luminose installate in numerose grandi città.
Sarà dunque il camion di Marco Lodola per Hamburger e a immergere il pubblico in un’atmosfera al neon che trascina in un vortice di follia, amore, violenza e forse… di speranza.
Informazioni:
di Gloria Anselmi, Stefano Chiodaroli e Lucia Rossetti
con Stefano Chiodaroli e Gloria Anselmi
da un’idea di Franco Forte
regia di Lucia Rossetti
supervisione Donato Pisani
scenografia di Marco Lodola
fotografie Luca Rossato
progetto grafico Margherita Chiodaroli
Spettacolo:
giovedì 11 aprile 2019 | ore 21.00
Biglietti:
posto unico: 15 euro
gruppi organizzati: 12 euro
LE ANTIGONE 3.0, DONNE EVOLUTE, DECISIVE E FORTI.
LA MAFIA È ANCHE DONNA. È ANCHE MADRE. È ANCHE FIGLIA. È UNA DONNA CHE SCEGLIE UNA “CARRIERA”.
La figura femminile ha da sempre giocato un ruolo fondamentale all’interno del mondo mafioso: da tutrice del focolaio domestico in grado di perpetuare la tradizione mafiosa allevando i figli a “valori” quali omertà, disprezzo della giustizia, violenza; a donne collaboratrici o testimoni di giustizia, che si distaccano dalla mafia per i figli.
Oggi molte donne sfidano la malavita a costo della loro incolumità. Lo fanno per proteggere loro stesse, i loro figli, altre volte per senso di giustizia. Sono le Antigone 3.0, evolute, decisive e forti. Altre donne subiscono, senza avere la possibilità di cambiare, altre restano in silenzio, altre ancora scelgono consapevolmente di diventare mafiose e arrivano persino a rinnegare i figli.
Diversi valori e scelte di vita muovono le madri a favore o contro la mafia: le prime arrivano a prediligere la famiglia mafiosa a quella naturale, le altre a sacrificare la propria vita per sottrarre i figli a un destino di violenza e illegalità.
La riflessione dalla quale parte questo nuovo progetto ha la sua genesi dal binomio donne/mafia e si estende a una riflessione riguardante in specifico il ruolo di madre, figlia, donna in carriera.
Spettacolo in occasione della Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle Vittime Innocenti delle Mafie.
Informazioni:
di Eleonora Frida Mino e Roberta Triggiani
live painting Giulia Salza
musiche dal vivo Matteo Castellan e Giulia Subba
light design Simona Gallo
ufficio Stampa Laura De Bortoli
progetto realizzato con il sostegno della Fondazione CRT
Spettacolo:
giovedì 21 marzo 2019 | ore 21.00
Biglietti:
posto unico: 15 euro
gruppi organizzati: 12 euro
LE DIFFICOLTA’ VANNO AFFRONTATE COME UNA SFIDA CHE POSSIAMO VINCERE
Dopo il grande successo del libro pubblicato nel 2012 da Mondadori, giunto alla sua quinta edizione e per il quale ha ricevuto il Premio Albori nella sezione Teatro, Antonella Ferrari, attrice e ballerina, malata di sclerosi multipla, porta sul palcoscenico l’omonimo adattamento teatrale.
Sul palcoscenico Antonella, racconterà in modo ironico e divertente ma non senza emozionare, la sua storia, la sua lotta contro la malattia ma anche il modo in cui questa si riflette sul quotidiano: dal lavoro agli affetti, fino ad arrivare alla discriminazione che spesso ne consegue.
La sclerosi multipla è una malattia invalidante che colpisce il sistema nervoso centrale e che affligge, soprattutto, i giovani. Lo spettacolo vuole portare sul palcoscenico la disabilità, tema poco trattato dai registi teatrali, con l’obbiettivo di sensibilizzare chi la malattia la conosce bene e chi non, e dare un forte insegnamento: tutte le difficoltà che il destino ci pone davanti, vanno affrontate per quello che sono, come una sfida con noi stessi che possiamo vincere.
Informazioni:
di Antonella Ferrari
regia di Arturo di Tullio
Spettacolo:
giovedì 21 febbraio 2019 | ore 21.00
Biglietti:
posto unico: 15 euro
gruppi organizzati: 12 euro
Lampedusa, un padre e un figlio assistono alla storia: approdarono al molo in tantissimi, ragazzi e bambine, per lo più.
Davide Enia ha trascorso molto tempo sull’isola per provare a costruire un dialogo con i testimoni diretti: i pescatori e il personale della Guardia Costiera, i residenti e i medici, i volontari e i sommozzatori. Durante i suoi incontri si parlava in dialetto, si nominavano i sentimenti e le angosce, le speranze e i traumi secondo la lingua della culla, usando suoni, simboli, i silenzi tra le sillabe e il vuoto improvviso che frantumava la frase: la miglior parola è quella che non si pronuncia.
Ne L’abisso si usano i linguaggi propri del teatro (il gesto, il canto, il cunto) per affrontare il mosaico di questo tempo presente.
Quanto sta accadendo a Lampedusa non è soltanto il punto di incontro tra geografie e culture differenti ma anche un ponte tra periodi storici diversi, il mondo come l’abbiamo conosciuto fino a oggi e quello che potrà essere domani.
Informazioni:
di e con Davide Enia
musiche composte ed eseguite da Giulio Barocchieri
spettacolo tratto da Appunti per un naufragio (Sellerio editore)
Spettacolo:
giovedì 24 gennaio 2019 | ore 21.00
Biglietti:
posto unico: 15 euro
gruppi organizzati: 12 euro
Malala Yousafzai è una ragazzina pakistana che all’età di 11 anni è stata nominata per l’International Children’s Peace Prize per via del celebre blog da lei curato per la BBC nel quale documentava il regime dei talebani pakistani, contrari ai diritti delle donne e al il diritto inalienabile allo studio.
Il 9 ottobre 2012 è stata gravemente colpita alla testa da uomini armati saliti a bordo del pullman scolastico su cui lei tornava a casa da scuola. Ricoverata nell’ospedale, Malala è riuscita a sopravvivere ed è diventata esule e lotta per la vita, lotta per i diritti, tant’è che ha ricevuto il Premio Nobel per la Pace.
Ora continua e continuerà a lottare per l’affermazione dei diritti allo studio in tutto il mondo, con il motto “one child, one teacher, one book and one pen, can change the world”: “un bambino, un insegnante, un libro e una penna, possono cambiare il mondo”.
In occasione della Giornata Mondiale dei Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza.
Informazioni:
progetto di e con Raffaella Tomellini
luci e video di Simona Gallo
sguardo esterno di Renato Cravero
fotografie di scena di Bruno Garetto
spettacolo realizzato in collaborazione con Associazione La Nottola di Minerva COMPAGNIA VIARTISTI
con il patrocinio di AMNESTY INTERNATIONAL ITALIA
Spettacolo:
giovedì 22 novembre 2018 | ore 21.00
Biglietti:
posto unico: 15 euro
gruppi organizzati: 12 euro
I 55 GIORNI DI SEQUSTRO DI ALDO MORO. 16 marzo 1978, giorno della presentazione del nuovo governo, l’auto che trasportava Aldo Moro alla Camera dei deputati fu intercettata da un commando delle Brigate Rosse che uccise, in pochi secondi, i cinque uomini della scorta e sequestrò il presidente della Democrazia Cristiana.
Il 9 maggio 1978 in via delle Botteghe Oscure a Roma avvenne il ritrovamento del corpo senza vita di Moro, all’epoca 61 anni, nel bagagliaio di una Renault4 rossa.
Il racconto teatrale di Baliani ricostruisce in modo chiaro ed onesto i cinquantacinque giorni di sequestro, che sconvolsero l’Italia e che aprirono nel suo tessuto civile ferite non ancora rimarginate.
L’attore si interrogherà su quei giorni con la necessità di capire e di non venire meno al senso e al significato della giustizia.
Informazioni:
di e con Marco Baliani
drammaturgia e regia Maria Maglietta
collaborazione drammaturgica Alessandra Rossi Ghiglione
montaggio video Michele Buri
ricerca iconografica Eugenio Barbera
produttore esecutivo Maurizio Agostinetto
direzione tecnica Massimo Colaianni
una produzione Casa degli Alfieri, Trickster Teatro
Spettacolo:
giovedì 25 ottobre 2018 | ore 21.00
Biglietti:
posto unico: 15 euro
gruppi organizzati: 12 euro
via I Maggio snc
21047 Saronno (VA)
C.F. 02828120127
tel. 02 9670 1990 (uffici)
info@teatrogiudittapasta.it
Ufficio Stampa
ufficiostampa@teatrogiudittapasta.it
Acquista ONLINE nella sezione biglietteria!
ORARI BIGLIETTERIA – dal 4 settembre
mercoledì e sabato 9.30/12.30;
giovedì 15.00/18.00
Telefono: 02 96702127
Nelle serate di spettacolo la biglietteria apre un’ora prima dell’inizio della rappresentazione.
Non riesci a passare di qua?
– Acquista telefonicamente in orario di biglietteria 02 9670 2127
– Puoi fare un bonifico: richiedi i dati contattandoci via mail o via WhatsApp
biglietteria@teatrogiudittapasta.it
WhatsApp (solo messaggi): 328 667 3487
Il Teatro è a 5 minuti a piedi dalla fermata del treno Saronno e a qualche minuto di macchina dall’uscita “Saronno”.
PARCHEGGIO: è possibile usufruire gratuitamente del parcheggio del supermercato Carrefour di fronte al teatro. Il teatro non si assume alcuna responsabilità per eventuali danni arrecati a persone o cose durante la sosta presso il suddetto parcheggio in occasione degli spettacoli. è sempre bene verificare l’applicazione, variabile, dell’obbligo del disco orario.
Il bar Galli al Teatro vi aspetta per un aperitivo o una merenda prima degli spettacoli!
Prenota da qui: 02 960 3739 – caffetteria@gliamicidelgalli.it
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