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IL CORAGGIO DI DIRE NO

Un silenzio teso e assoluto, emozione palpabile e, alla fine, occhi lucidi, scrosci di applausi e standing ovation: ogni sera.

“Perlasca. Il coraggio di dire no.” scritto e interpretato da Alessandro Albertin e diretto da Michela Ottolini ha conquistato il pubblico al di là di ogni previsione. Tanto che si è scelto di programmare lo spettacolo anche a Saronno.

A ragione: perché la storia dello “Schindler italiano”, così come Albertin la porta sul palcoscenico, possiede tutto ciò che da uno spettacolo si può desiderare. L’impegno della testimonianza storica, una dimensione artistica di pregio, un protagonista in stato di grazia, che interpreta e connota efficacemente – lui da solo – tutti i personaggi della storia e li colloca in un racconto nitido, scorrevole, commovente.

Siamo a Budapest nel 1944. Le SS cercano Perlasca, commerciante di carni che ha rifiutato di aderire alla Repubblica di Salò: per loro è un traditore. Ma Perlasca, che in passato ha guadagnato la stima di Francisco Franco, possiede una lettera che lo invita, in caso di bisogno, a presentarsi presso una qualunque ambasciata spagnola. L’uomo coglie l’opportunità per evitare la deportazione a quante più persone possibile. Si fa chiamare Jorge Perlasca e si mette al servizio dell’ambasciatore spagnolo Sanz Briz con cui collabora finché questi è costretto a lasciare l’Ungheria. Quindi si sostituisce a lui ed in 45 giorni – in una corsa drammatica contro il tempo e la persecuzione nazista – volgendo le sue capacità comunicative di venditore in straordinarie doti diplomatiche, evita la morte ad almeno 5.200 ebrei. Oggi la documentazione di queste gesta è patrimonio della Fondazione Perlasca, che ha sostenuto il progetto di Albertin. Finita la guerra Perlasca non si è mai rivelato, conducendo per decenni una vita nell’ombra: nel 1988, però, due ebrei che gli devono la vita lo rintracciano nella sua casa di famiglia a Padova e finalmente il suo eroismo viene reso noto al mondo.

Ma anche allora mantiene il suo profilo semplice, mostrando solo il desiderio che le nuove generazioni conoscano queste storie, per non ripetere gli stessi errori mai più. A chi si stupiva e lo interrogava in merito al coraggio dimostrato nello sfidare da solo i nazisti, rispondeva sereno «Lei cosa avrebbe fatto al posto mio?».

INFORMAZIONI
di e con Alessandro Albertin
regia a cura di Michela Ottolini
disegno luci Emanuele Lepore
produzione Teatro de Gli Incamminati

LO SPETTACOLO
venerdì 28 gennaio 2022 | ore 21.00

Biglietti:
intero: 30 euro
ridotto: 28 euro
ridotto under26: 20 euro

«Femminile» e «Maschile» sono degli archetipi, cioè stanno all’origine di ogni pensiero conscio e inconscio. Iscritti nel nostro codice più profondo, sono il substrato di tutta l’umanità, di tutta la vita. Le fiabe che ci sono state narrate da bambini sono scrigni di archetipi. La fiaba in cui la «fanciulla» circondata dalle benedizioni e maledizioni delle fate si punge col fuso e cade addormentata per cento anni, parla di un archetipo del «femminile» addormentato, nascosto, coperto da rovi (che in alcune versioni, mentre è addormentato, viene addirittura stuprato e genera figli).

Anche gli antichi miti sono depositi di archetipi: la dea della terra e delle messi vaga per il mondo piangendo il rapimento della figlia prigioniera nel mondo di sotto, quello dei morti, ma viene risvegliata dal suo dolore e ride solo quando una vecchia contadina le mostra il suo seno e il sesso.

A questa Terra che custodisce dentro di sé, sotterranea, la forza generatrice del «Femminile», fanno riferimento le ultime parole di un’altra straordinaria preghiera/poesia, che è anche il finale di Furiosa Mente, uno degli spettacoli di maggior successo di Lucilla Giagnoni: «Laudato sii mi signore per sora nostra matre Terra», canta San Francesco. Terra è Humus, da cui la parola Homo, e non invece Donna che viene da Domina, Signora, quasi a compensare con un titolo ciò che non è. O non è ancora. Come non è che Homo, Humus, conosca e pratichi l’Humilitas: l’umiltà, cioè l’essere in armonia con la Terra. E così, dopo l’invito alla lode, al rendere grazie e alla cura, è proprio l’umiltà ciò a cui ci chiama il Cantico delle creature: «Laudate e benedicete mi signore e rengraziate e serviateli cum grande Humilitate».

Ma l’umiltà, insieme alla lode, al ringraziamento, al servizio è tra le prime parole di una preghiera/ poesia ancora più antica: il Magnificat contenuto nel Vangelo di Luca, 1, 39-56: «L’anima mia magnifica il signore e il mio spirito esulta in Dio mio salvatore perché ha guardato l’umiltà della sua serva». Proprio perché Serva è Signora e Regina. Vergine, Madre. «D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata». Felice, cioè «grande» in greco.

Scrive Lucilla Giagnoni: «Forse, questa è una risposta: le Generazioni, cioè la Storia, cioè il nostro agire, dovranno d’ora in poi riconoscere tutto questo. Solo se dalla Terra riemergerà il “Femminile”, ci sarà una possibilità per tutti di futura convivenza, non solo nella sopravvivenza, ma nella beatitudine, cioè nella felicità. Ho usato verbi al futuro perché forse anche io sono ancora legata alla logica del maschile, ci sono “fanciulle/principesse” invece, che, come ci dice la cronaca quasi ogni giorno, in tutto il mondo già si stanno svegliando, già scuotono i potenti dai troni, già lavorano per salvare la terra con la cura e il governo di mani e menti femmine. Finalmente».

Informazioni:
di e conLucilla Giagnoni
collaborazione ai testi Maria Rosa Pantè
musiche Paolo Pizzimenti
luci e video Massimo Violato
assistente alla regia Daniela Falconi
segreteria artistica Elisa Zanino

Lo spettacolo:
venerdì 12 novembre 2021 | ore 21.00

Biglietti:
intero: 28 euro
ridotto: 26 euro
ridotto under26: 20 euro

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Torna sul palco Lucilla Giagnoni con una delle sue performance più coinvolgenti.

C’è un tempo per nascere e un tempo per morire; c’è un tempo per distruggere e un tempo per costruire. Ci sono tempi di Crisi. Ci sono momenti grigi della storia. Il nostro è uno dei tempi più straordinari che all’umano sia dato da vivere: la mondializzazione! Cadute le grandi logiche di riferimento noi non siamo affatto generazioni di “passaggio”, di quelle che traghettano da un grande momento storico ad un altro, ma stiamo vivendo uno degli eventi più incredibili che siano mai accaduti sulla Terra, uno dei grandi sogni dell’umanità, da sempre.

Il sogno – nel bene e nel male – della Torre di Babele, dei costruttori delle Ziguratt e delle Piramidi, il sogno di Alessandro Magno e Napoleone, di Marco Polo e Cristoforo Colombo, di Leonardo, Galilei e Newton. Il sogno di Ulisse: conoscere il mondo ed essere in contatto con tutto il mondo, creare una grande rete di connessioni e di conoscenze. Un’occasione epocale, unica, da cogliere: essere cittadini del mondo. Di un “dove” in cui le opportunità si moltiplicano ma così anche le difficoltà, che diventano sempre più complesse. Ogni soluzione non è più lineare: è necessario avere strumenti adatti per poter leggere questa complessità. Lo strumento più potente ed efficace già esiste ed è la nostra Mente, che può permetterci di leggere e comprendere il mondo, può metterci in connessione con noi stessi prima di tutto, ma anche con gli Altri e con la Natura.

Questo momento straordinario richiede un’Umanità straordinaria, capace di un salto di qualità, capace di accrescere la propria coscienza, la propria consapevolezza. Che sia questo il tempo di un passaggio evolutivo? Di quelli che si sono già visti nella storia, come quando, sviluppata la nostra corteccia cerebrale, liberate le mani, articolato il pollice opponibile, abbiamo acquisito il linguaggio? La nostra Mente può espandersi? Intanto c’è il tempo della nostra vita, la vita che non dobbiamo mancare. C’è il tempo per capire, prendere coscienza e scegliere, anche se scegliere vuol dire combattere una battaglia. La battaglia è la condizione dinamica della nostra esistenza.

E il primo e vero campo di battaglia è sempre la nostra Mente: per muoverci con sapienza dobbiamo avere la vigilanza, la forza e la compassione dei “guerrieri”.

Informazioni:
di e con Lucilla Giagnoni
collaborazione ai testi Maria Rosa Pantè
musiche originali Paolo Pizzimenti
luci scene e video Massimo Violato
produzione Centro Teatrale Bresciano

Lo spettacolo:
venerdì 15 ottobre 2021 | ore 21.00

Biglietti:
intero: 28 euro
ridotto: 26 euro
ridotto under26: 20 euro

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Grazie alla stretta collaborazione e sinergia con Enrico Cantù Assicurazioni e alla collaborazione di Auser Saronno, Città di Saronno e Libreria Ubik Busto Arsizio, nascono i percorsi di approfondimento “LEGAMI & TRAME”.

Un ciclo di incontri organizzati in partnership con Enrico Cantù Assicurazioni pensati per approfondire e sensibilizzare il pubblico sul tema della tutela, della serenità e del benessere della persona. Incontri che non vogliono avere solo un intento divulgativo ma che mirano ad andare oltre e che si arricchiscono di un legame particolare con alcuni spettacoli teatrali presenti in cartellone.

Il primo appuntamento verterà sul tema della NON AUTOSUFFICIENZA – COME PROTEGGERE LA PROPRIA AUTONOMIA E QUELLA DELLA PROPRIA FAMIGLIA e si terrà venerdì 25 ottobre alle ore 18.30 presso la Sala Nevera di Casa Morandi.

Interverranno:

  • il presidente della Fondazione Culturale Giuditta Pasta OSCAR MASCIADRI;
  • il professor PAOLO SAMBROTTA che affronterà il tema dell’ETICA E DELLA FISOLOFIA DELL’ASSISTENZA;
  • la dottoressa BARBARA FURLAN, psicologa, psicoterapista e responsabile del progetto ALZHAUSER CAFFÈ di Saronno;
  • l’Agente Generale dell’Agenzia Generali Saronno San Giuseppe, ENRICO CANTÙ che illustrerà quali possono essere gli STRUMENTI DELLA TUTELA.

Gli incontri saranno tenuti da relatori, professionisti e operatori del settore che lavorano sul territorio e per il territorio. Da qui l’idea di utilizzare la parola LEGAMI, per sottolineare la grande voglia di lavorare sinergicamente sul campo.

La partecipazione è gratuita ma è richiesta la prenotazione scrivendo una mail a: educazione@teatrogiudittapasta.it, o telefonando allo 02 96701990 oppure scrivendo un WhatsApp al numero 333 5676085.

A seguire, alle ore 21.00, andrà in scena lo spettacolo MAMMA A CARICO – MIA FIGLIA HA NOVANT’ANNI.

Il tema, introdotto da un titolo più che mai esplicativo, lascia presagire una trama emotivamente “importante”; ed è così. Un monologo autobiografico in cui Gianna COLETTI ci racconta la sua esperienza di figlia che si prende cura della madre anziana per nulla docile e con una personalità ingombrante. Eppure, pur senza ribaltare i faticosi paradigmi dell’assistenza a genitori anziani e non autosufficienti, l’opera risulta delicata facilmente fruibile e divertente. Una altalena emotiva che copre una discreta gamma di emozioni.

Alle ore 20.00 nel Foyer del Teatro, Gianna Coletti, autrice e protagonista, incontrerà il pubblico e si renderà disponibile per un firma-copie del suo libro.

Mia figlia ha novant’anni.

Ironia e risate per raccontare una storia profonda che appartiene a tutti noi: una figlia si prende cura di una madre non più autonoma tra momenti di angoscia e smarrimento.

Un monologo ironico e struggente sul rapporto tra una donna di cinquant’anni, Gianna, e una vecchia ribelle di novanta, cieca, che porta occhiali 3D perché da sempre è abituata ad avere qualcosa sul naso; non cammina più e la testa ogni tanto va per conto suo.

Quella vecchia è Anna, la madre di Gianna. Attraverso una storia vera e personalissima lo spettacolo parla di tematiche universali come il prendersi cura di chi ci ha generato, il conflitto genitori e figli a tutte le età, la lotta per accettare ciò che la vita ci dà e ci toglie. Lo fa con grazia, ferocia, umorismo, musica.

Il testo teatrale è tratto dal libro Mamma a carico – Mia figlia ha novant’anni, scritto dalla stessa Gianna Coletti ed edito da Einaudi nel 2015.

Lo spettacolo, unico nel suo genere, avrà una voce in più, quella di Anna, che rivive sul palco attraverso preziosi documenti video estrapolati dal film Tra cinque minuti in scena di Laura Chiossone. Questi estratti, che immortalano sequenze di vita reale tra le due donne, completano la messa in scena e interagiscono con il racconto di Gianna.

Uno spettacolo leggero, profondo, in cui ci si identifica, ci si commuove e si ride.

Spettacolo vincitore del Premio EARTHINK FESTIVAL 2017.

Informazioni:
di e con Gianna Coletti
drammaturgia Gianna Coletti e Gabriele Scotti
regia Gabriele Scotti
scenografia e costumi Erika Carretta
luci e allestimento Salvo Manganaro
fotografia e grafica Sergio Bertani
organizzazione generale Stefania Cito
con estratti del film Tra cinque minuti in scena
regia Laura Chiossone, produzione rossofilm e maremosso

Spettacolo:
venerdì 25 ottobre 2019| ore 21.00

Biglietti:
posto unico: 15 euro
gruppi organizzati: 12 euro

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Un viaggio dentro al cambiamento personale, professionale, nazionale e musicale.

Un viaggio ironico, delicato e istruttivo: dalla scuola di Montanelli a via Solferino, dal primo articolo per ‘La Provincia di Cremona’ al ‘New York Times’, dai libri alla radio, dalla televisione all’attuale direzione di ‘7-Corriere della sera’.

‘Italiani si rimane’ (Solferino editore), il nuovo libro di Beppe Severgnini arriva sul palcoscenico. Il racconto non spiega solo le trasformazioni nei media a cavallo tra due secoli: parla del tempo che passa, del legame con la terra e la famiglia, del piacere di insegnare e veder crescere nuovi talenti.

Una narrazione intima, una sorprendente messa in scena musicale. Il racconto e le letture dell’autore saranno infatti accompagnati da una colonna sonora: perché i Talking Heads e Bruce Springsteen, The National e Franco Battiato sono anche occasioni professionali. E hanno riempito la vita di molti.

Severgnini, che tra il 2014 e il 2016 ha portato ‘La vita è un viaggio’ in molti teatri italiani, sarà sul palco con Serena Del Fiore, giovane artista radiofonica (‘conduttrice di sogni in Fm’, si è definita).

La guiderà o forse sarà guidato.

Informazioni:
di e con Beppe Severgnini
con Serena Del Fiore alla consolle

Spettacolo:
venerdì 22 novembre 2019| ore 21.00

Biglietti:
posto unico: 15 euro
gruppi organizzati: 12 euro

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Cosa succede quando in una famiglia arriva il figlio “difettato”, quello che pensavi nascesse solo in casa d’altri? Cosa succede ad un padre ed una madre che si confrontano quotidianamente con l’esistenza di una creatura che hanno messo al mondo ma con cui non possono comunicare?

Helen non vede, non sente e non parla. E i suoi genitori non sanno dove sbattere la testa. La pietà e la rabbia, la speranza e il senso di sconfitta, l’amore e l’odio, ogni sentimento è concesso, ogni reazione è imprevedibile.
E lei, Helen, cosa percepisce di quello che ha intorno? Si accorge che la sua vita produce sofferenza?

In una società dove solo il bello è vincente, solo il sano è tollerato, padre e madre non hanno scampo: Helen va allontanata, messa in un istituto, nascosta, dimenticata. Ma in casa arriva Anna, dura, inflessibile, con una storia di semi cecità alle spalle, una vita trascorsa in mezzo a creature “difettate“.

È una storia vera e racconta l’epocale passaggio alla lingua dei segni, considerata tra le prime dieci grandi scoperte della storia moderna, un bene immateriale dell’umanità, una rivoluzione linguistica che ha permesso di aprire un dialogo tra chi parla e chi non parla.

La lingua dei segni, in questo caso applicata sul palmo delle mani, un alfabeto tattile, che permetterà ad Helen di raccontare la sua storia, di apprendere, di esprimere sentimenti e necessità, di crescere e di farsi rispettare.

Grazie ad un adattamento che va all’essenza, Anna dei miracoli ci racconta tanto di noi, dei nostri limiti e del coraggio che ci vuole a superarli.

Informazioni:
di William Gibson
adattamento e regia Emanuela Giordano
con Mascia Musy
e con Fabrizio Coniglio, Anna Mallamaci e Laura Nardi
scene Angelo Linzalata
produzione Teatro Franco Parenti
per l’Associazione Lega del Filo d’Oro

Spettacolo:
venerdì 24 gennaio 2020| ore 21.00

Biglietti:
posto unico: 15 euro
gruppi organizzati: 12 euro

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“L’Ultimo lenzuolo bianco” è una storia vera, tratta dal libro autobiografico del giovane Farhad Bitani, ex capitano dell’esercito in Afghanistan che, dopo una vita vissuta a Kabul tra violenze e fondamentalismo, decide di abbandonare le armi e dedicarsi al dialogo grazie all’incontro con l’Italia e il “diverso”.

Oltre le differenze culturali, le religioni, oltre a quello che i media ci hanno sempre raccontato: un viaggio per scoprire se stessi e l’altro, nell’inferno e nel cuore dell’Afghanistan.

La storia è ambientata in Afghanistan dove Manà, una donna di Kabul, racconta la storia di suo figlio, facendosi sia narratrice che protagonista di questo “viaggio” insieme al giovane Farhad, l’amico Seyar, e gli altri personaggi che prendono vita dai ricordi evocati: dall’Afghanistan all’Italia tutti gli eventi e gli incontri che cambieranno per sempre la vita di questo giovane ragazzo.

Informazioni:
spettacolo tratto dal libro di Farhad Bitani
scritto da Roberta Colombo
regia di Alex Ruzzi
con Martino Iacchetti, Fabrizio Cadonà, Clarissa Pari, Lucina Scarpolini
musiche originali di Marcello Franzoso
costumi originali di Kabul Fashion
luci di Lorenzo Ronchi
audio di Claudio Grandi
una produzione Immaginazione Srl e Coopuf Teatro

Spettacolo:
venerdì 21 febbraio 2020| ore 21.00

Biglietti:
posto unico: 15 euro
gruppi organizzati: 12 euro

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I panni sporchi si lavano in famiglia.

Uno spettacolo poetico e privo di ogni retorica sul tema della violenza domestica sulle donne.

“Barbablù 2.0” non è la storia di un marito violento e delle conseguenze delle sue azioni, ma la storia di un viaggio nella testa di una donna. La ricerca di un’identità forte che si è persa, sfilacciata fra violenze e soprusi che sono diventati la norma. Come in un giallo, la protagonista si troverà a ricostruire la dinamica di un omicidio, il suo omicidio, arrivando alla consapevolezza finale e terribile di esserne stata complice.

Un punto di vista aggiornato al XXI secolo della famosissima favola di Barbablù che però scardina il punto di vista originale. La storia è ambientata in una ricca provincia del nord Italia, in un mondo all’apparenza di assoluta armonia – di fiaba appunto – dove, dietro la porta di casa, regnano meccanismi implacabili di violenza e sudditanza psicologica.

Uno spettacolo che inizia con atmosfere molto comedy che lentamente scivolano nel thrilling, per chiudersi poi con un finale sorprendente.

Informazioni:
di Magdalena Barile
con Laura Negretti e Alessandro Quattro
regia di Eleonora Moro
scenografia e progetto luci di Armando Vairo
musiche originali di Eleonora Moro
costumi di Dina Zaghi
una produzione Teatro In Mostra

Spettacolo:
venerdì 17 luglio 2020| ore 21.30

Lo spettacolo si terrà nel Giardino di Casa Morandi – ingresso da via I Maggio. Lo spettacolo si svolgerà anche in caso di maltempo.

Biglietti:
posto unico: 15 euro
gruppi organizzati: 12 euro

Apertura vendite: lunedì 15 giugno 2020. I biglietti saranno acquistabili solo ONLINE.

Per coloro che nella precedente Stagione avevano acquistato i biglietti per lo spettacolo potranno assistere allo stesso presentando il precedente titolo d’ingresso. Essendo diversa la location non potrà essere mantenuto l’ordine di fila e posto.

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IL TEATRO GIUDITTA PASTA TORNA IN SCENA IN STREAMING

La Fondazione Culturale Giuditta Pasta ha deciso, in collaborazione con Jonas Como Onlus, di confermare la lectio magistralis con il Dott. Massimo Recalcati QUANDO UNA SCUOLA È BUONA, che era stata sospesa causa Covid-19 nel corso della stagione 2019-2020.

L’appuntamento è per GIOVEDÌ 11 MARZO 2021 ore 21.00 in diretta streaming sulla piattaforma Zoom ed è riservato ai soli possessori del biglietto.
Per partecipare è semplice.
Potrete registrarvi a questo link: https://zoom.us/webinar/register/WN_F8fXYBfYROqPngKDjjLgdg

Una volta inseriti i dati richiesti e a seguito del controllo degli stessi, riceverete una mail con il vostro link personale per collegarvi al webinar, durante il quale potrete interagire in chat con il Dott. Recalcati.
Riceverete anche una mail di reminder 1 giorno prima e 1 ora prima dell’evento.

Si prega di iscriversi entro e non oltre le ore 18.00 di giovedì 11|03|2021.

È sicuramente un modo diverso e inusuale di fruizione ma crediamo che i giovani e la scuola siano la colonna portante della nostra società e noi, che siamo un ente promotore di cultura, pensiamo che il compito che questo tempo di cambiamento ci chiama ad assolvere è quello di cercare di costruire il futuro con gli strumenti che ora sono a nostra disposizione.

Per maggiori informazioni o richieste vi chiediamo la gentilezza di scrivere a: educazione@teatrogiudittapasta.it

Giovedì 11 marzo 2021 | ore 21.00
MASSIMO RECALCATI in
QUANDO UNA SCUOLA È BUONA?
una produzione Ass. Jonas Como Onlus
Jonas Como Onlus, centro di clinica psicoanalitica per i nuovi sintomi, è da anni impegnato sul territorio in progetti di rilevanza sociale. Particolare cura è dedicata al lavoro con le scuole, luogo di prevenzione primaria fondamentale per la crescita del soggetto in formazione.
Massimo Recalcati, fondatore di Jonas Onlus, saggista, professore universitario, tra i più noti psicoanalisti in Italia, terrà una lectio magistralis dal titolo “Quando una scuola è buona?”. Ricordiamo tra le sue numerosissime pubblicazioni “L’ora di lezione. Per un’erotica dell’insegnamento” e “Il complesso di Telemaco”.