1829. Felix Mendelssohn visita la Scozia e rimane folgorato dal paesaggio dell’Isola di Staffa, e in particolare dalla Grotta di Fingal. In quel luogo, travolto dall’ispirazione, scrive la prima celebre frase musicale dell’ouverture “Le Ebridi”, che appunta su un foglio e spedisce in una lettera alla sorella. La carica emotiva di questa composizione testimonia come il Romanticismo stia ormai affermandosi con forza, ma la ricerca del rispetto delle proporzioni all’interno della struttura musicale prova altresì come la lezione dei grandi maestri del Classicismo sia ancora viva nella mente del giovane Mendelssohn. Ecco spiegarsi allora come il tema iniziale de “Le Ebridi” coniughi tanto l’urgenza espressiva quanto l’osservanza di quelle proporzioni classiche che potremo apprezzare ancora meglio nella loro perfezione nelle due composizioni a seguire di Mozart e Beethoven. Affiancare questi due capolavori consente di ribaltare la prospettiva con la quale siamo soliti considerare i due compositori. Se nel Concerto l’imponenza della forma e la complessità quasi “Beethoveniana” della parte solistica fa emergere la piena maturità compositiva di Mozart, nella Sinfonia conosceremo invece un Beethoven dalla scrittura frizzante ed energica, ma anche estremamente tenera nello spunto melodico del secondo movimento.
Crediti
Orchestra Settembre Classico
Direttore, Stefano Nigro
Pianoforte, Noemì Teruel Serrano
- Felix Mendelsoohn-Bartholdy (1809 – 1847), Le Ebridi (“La grotta di Fingal”)
Ouverture da Concerto in Si minore op. 26 (MWV P7) - Wolfgang Amadeus Mozart (1756 – 1791), Concerto per pianoforte e orchestra n. 22 in Mib maggiore K. 482
- Ludwig van Beethoven (1770 – 1827), Sinfonia n. 4 in Sib maggiore op. 60
Spettacolo
domenica 29 ottobre 2023 | ore 16.00