PAOLO BORSELLINO: MIO PADRE
Un incontro organizzato dal Liceo Legnani con l’Istituto Ipsia A. Parma di Saronno in parternariato con il Comune di Saronno.
In collaborazione con Fondazione Culturale Giuditta Pasta e Itis Riva nell’ambito del progetto Legami e Trame realizzato con il contributo di Fondazione Comunitaria del Varesotto.
INGRESSO GRATUITO
Prenotazione obbligatoria lasciando nome, cognome, n. di telefono e indirizzo mail:
scrivendo a: biglietteria@teatrogiudittapasta.it
inviando un messaggio su WhatsApp 328/6673487
Biglietto gratutito “acquistabile” online:
Per i partecipanti all’incontro possibilità di assistere allo spettacolo:
BORSELLINO (clicca per scoprire di più)
di e con Giacomo Rossetto
produzione Teatro Bresci
Vincitore del Premio Grotte della Gurfa per il Teatro di Impegno Civile Regione Sicilia
Biglietto promo: 10 euro
Nata nel 1973, Fiammetta è la figlia minore del magistrato Paolo Borsellino, morto nella strage di via D’Amelio nel 1992.
“Amo ricordare di mio padre quella sua incredibile capacità di non prendersi mai sul serio ma al tempo stesso di prendersi gioco di taluni suoi interlocutori – ha dichiarato Fiammetta in una delle sue interviste. Queste qualità caratteriali l’hanno aiutato in vita ad affrontare di petto qualsiasi cosa minasse il suo ideale di società pulita e trasparente e ne sono sicura lo avrebbero accompagnato ancora in questo particolare periodo storico, in cui l’illegalità e la corruzione continuano ad essere fenomeni dilaganti nel nostro paese”.
Fiammetta non finirà mai di ringraziare il padre per averle fatto capire “il reale significato della parola ‘vivere’ e del ‘combattere per i propri ideali’ per il raggiungimento dei quali, come disse più di una volta ‘è bello morire’”.
Da tempo si batte per scoprire la verità su quanto accaduto al padre. Per non far dimenticare e per far arrivare soprattutto ai giovani un messaggio di giustizia, porta nelle scuole e sui media la sua storia, perché, come diceva suo padre, i giovani hanno il potere di fermare la mafia. La forza e la tenacia con cui lotta l’hanno portata anche ad andare direttamente in carcere per incontrare Giuseppe Graviano, il boss di Cosa Nostra ritenuto responsabile della strage.