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Allora faccio l’unica cosa che so fare.
Prendo mia moglie e le dico:
Amore, è venuto il momento di fare una cosa.
– Un figlio? mi dice lei.
Un figlio?! Ma ti va di scherzare? 
Un figlio produce 58,6 tonnellate di CO2 in un anno.
No. Dobbiamo fare uno spettacolo teatrale.
– Un altro?!?

 

Uno studio della Royal Society ha stabilito che 20 GRAMMI è il peso dell’anidride carbonica prodotta da una singola mail.

Ci siamo ispirati a questo dato per riflettere sull’idea che tutte le azioni che noi facciamo hanno un impatto ambientale. Ognuno di noi, in modi e tempi diversi, sta contribuendo ad accelerare irreversibilmente la crisi  climatica.

Cosa posso fare come individuo? Posso fare qualcosa? Posso cambiare la situazione? O è troppo tardi?
Rivolgendo queste domande a chi ne sa più di noi la risposta è quasi sempre la stessa: “Smettetela di essere un individuo. Smettetela di essere soli contro tutto, iniziate a pensarvi come una comunità, iniziate ad agire come parte di una comunità!” Come a teatro.
Non è troppo tardi. Bisogna cambiare la narrazione. Del clima e, perché no, anche del nostro fare teatro.

Lo spettacolo si articola in due grandi temi: come si racconta una crisi climatica?

Il primo tema è di tipo drammaturgico. Un’esplorazione “autobiografica” attraverso vari tipi di racconto per capire assieme qual è il migliore possibile, quello in grado di generare un cambiamento non solo in chi lo fa  ma anche chi lo ascolta.
Il primo obiettivo è quindi cambiare la narrazione per cambiare l’azione. – come fare a coinvolgere un pubblico?

Il secondo tema è di tipo relazionale nei confronti di una platea. Una serie di tentativi per coinvolgere il pubblico e rievocare la sensazione di comunità.

Il teatro è, secondo la più classica delle metafore, esempio di mondo in miniatura, dove le scelte che noi facciamo in comunità spostano equilibri, sul palcoscenico come nella vita reale.

NICOLA CIAFFONI, attore e ideatore del progetto
“Se c’è una cosa che ho capito del problema del cambiamento climatico è che da solo non sono in grado di cambiare nulla. Subito dopo aver realizzato questo ho pensato che la stessa cosa vale per il teatro.”

GIOIA BATTISTA, drammaturga e scrittrice
“Ad ogni nostra azione corrisponde una reazione, mentre scrivo, mentre penso, mentre respiro, mentre vivo. Anche tutto quello che non faccio. Anche non fare niente, stare chiusa al buio in una stanza, senza muovermi, senza consumare, senza pensare. Il mondo va a rotoli anche senza di me, e vorrei fermarlo, riavvolgerlo, come le vecchie VHS, e penso agli scheletri di plastica nei mari, alle tonnellate di spazzatura sottoterra, alle polveri che si alzano nell’aria ogni giorno. Scrivo e tutto quello che scrivo mi sembra già visto, già detto, una valanga di parole che anticipa ma che non previene, la valanga che sta per abbattersi su tutti noi.”

FILIPPO GIORGI, climatologo e premio Nobel per la pace 2007
“Da spettatore teatrale non ho mai amato quegli spettacoli in cui gli attori chiamano a forza noi spettatori sul palco per ‘farci fare qualcosa’, ma amerei trovarmi nella condizione in cui quello che succede su un palco mi parli così direttamente e mi coinvolga talmente tanto da portarmi a fare qualcosa, non so bene cosa, per poi vedere che la mia azione, se non solitaria, ma collettiva, ha  fatto la differenza, sul palco come nella nostra vita.”

WALTER GIACOPINI, ingegnere chimico e musicista
“Mi piacerebbe partire dalla persona, dalla singola persona che spesso dice: il problema ambientale è gravissimo, è globale e io sono un microbo. È un problema distante e non immediato, sempre superato da altre priorità: la guerra, il Covid, l’inflazione… che sono cose molto più pressanti e che ci toccano  molto più di quanto faccia l’aumento di un grado della temperatura globale.

Tutto questo comporta che un singolo vive una frustrazione perché si sente incapace, impotente di fronte ad un problema così grande. Portare il pubblico da microbo che si sente di non poter far nulla a attivo protagonista del cambiamento.”

SPETTACOLO
Mercoledì 23 aprile 2025 | ore 10.00

CREDITI
di Gioia Battista
con Nicola Ciaffoni
con la consulenza di
Filippo Giorgi – climatologo, premio Nobel
Walter Giacopini – ingegnere chimico
produzione Caraboa Teatro

Spettacolo vincitore della residenza teatrale Vandugola promossa dal Piccolo Teatro Blu di Imér (TN)

INFO E PRENOTAZIONI
Scarica il modulo di iscrizione e inoltralo compilato a educazione@teatrogiudittapasta.it